Vivere da disabili in un mondo che non ammette eccezioni di sorta è una bella gatta da pelare soprattutto perché occorre fare i conti non solo con il proprio stato di salute e le difficoltà quotidiane, non comprese da chi ha la fortuna di vivere all’insegna della normalità, ma ogni giorno si deve essere pronti a battagliare contro la burocrazia per vedere rispettati e non, come di solito accade, calpestati propri diritti. Palcoscenico dell’ennesima disfatta ai danni di chi è stato già bistrattato dalla vita è Sant’Appolinare, un piccolo comune abitato da un migliaio di anime, nella provincia di Frosinone.
Qui vive una coppia. Marito e moglie. 69 anni lui. 62 lei. Entrambi abitano in un appartamento situato in un pianterreno di cui l’Ater, l’agenzia per l’edilizia residenziale di via della Conciliazione, vanta la proprietà. Nonostante nulla sembri stonare nella storia finora narrata, c’è un piccolo “dettaglio” che ai più forse è addirittura passato inosservato. Per entrare e uscire dall’abitazione occorre salire o scendere qualche scalino. Un gioco da ragazzi per chi non ha nulla da recriminare alla vita ma un’impresa titanica invece per coloro i quali sono bloccati su una sedia a rotelle. Eppure una soluzione ci sarebbe per permettere alla donna purtroppo un’invalida civile di poter condurre una vita con una parvenza di normalità: un montascale.
E’ da mesi però che l’Ater promette di intervenire. Le parole del marito non lasciano spazio a dubbi. Ad oggi si attende ancora. “Avrebbero dovuto venire a marzo, a montarci questa benedetta pedana poi però l’emergenza coronavirus ha sconvolto tutti i piani. Ora che l’emergenza è passata però sarebbe ora di procedere con questo intervento. Noi abbiamo già segnalato questa necessità diverse volte, ma al momento nulla è cambiato. E mia moglie non esce di casa da mesi: con l’estate ormai scoppiata, è un bel disagio”. Al danno anche la beffa.
