Cass. 18334: i diritti di anziani e disabili in condominio

Analisi della sentenza Cassazione 18334/2012 sul diritto di anziani e disabili ad installare un montascale in condominio

Vivere in un condominio può presentare sfide significative per chi ha difficoltà motorie. Scale, gradini e altri ostacoli architettonici possono trasformarsi in barriere insormontabili, limitando drasticamente l’autonomia e la qualità della vita. Ma cosa succede quando la necessità di installare un ascensore o un montascale si scontra con le resistenze di altri condomini? Una sentenza fondamentale della Corte di Cassazione fa chiarezza su questo delicato equilibrio tra diritti individuali e collettivi.

La Cassazione Civile, con la sentenza n. 18334 del 25 ottobre 2012, ha stabilito un principio chiave: la solidarietà sociale che impone di rimuovere le barriere architettoniche deve prevalere sull’estetica dell’edificio. Un principio che apre nuove possibilità per migliorare l’accessibilità negli edifici residenziali.

Il caso che ha fatto giurisprudenza

sentenza della corte di cassazione n.18334

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguardava un condominio dove era stato installato un ascensore, decisione contestata da un condomino che lamentava diversi presunti danni:

  1. La delibera era stata adottata con una maggioranza inferiore a quella prescritta
  2. L’ascensore aveva ridotto la luce nella rampa di scale
  3. L’opera comprometteva il decoro architettonico del villino in stile Liberty
  4. L’intervento causava un deprezzamento del suo appartamento
  5. Sussistevano dubbi sulla possibilità di passaggio di mezzi di soccorso

Argomenti che, a ben guardare, sembrano mettere il portafoglio e l’estetica davanti ai diritti fondamentali delle persone con mobilità ridotta. Come dire: “Mi piace tanto la mia scala larga e luminosa, pazienza se qualcuno non può uscire di casa!”

Cosa dice la legge sulle barriere architettoniche

Prima di analizzare la sentenza, è utile ricordare il quadro normativo di riferimento:

NormaContenutoRilevanza
Legge n. 13/1989Disposizioni per favorire il superamento delle barriere architettonicheStabilisce procedure semplificate per l’approvazione di opere finalizzate all’abbattimento delle barriere
Legge n. 104/1992Legge-quadro per l’assistenza e l’integrazione delle persone con disabilitàSancisce il diritto all’accessibilità come diritto fondamentale
Art. 1120 Codice CivileRegola le innovazioni in ambito condominialeVieta innovazioni che rendano parti comuni inservibili
Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilitàRatificata dall’Italia nel 2009 (L. n. 18/2009)Stabilisce l’obbligo di garantire l’accessibilità

La posizione della Cassazione: i diritti fondamentali prima di tutto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18334, ha tracciato una linea chiara, stabilendo che il diritto all’accessibilità deve prevalere su considerazioni estetiche o economiche.

Nel testo della sentenza, la Corte sottolinea un aspetto fondamentale: “la legislazione relativa ai portatori di handicap non si è limitata ad innalzare il livello di tutela in favore di tali soggetti, ma ha segnato un radicale mutamento di prospettiva rispetto al modo stesso di affrontare i problemi delle persone affette da invalidità, considerati ora quali problemi non solo individuali, ma tali da dover essere assunti dall’intera collettività.”

È un cambio di paradigma importante! Non si tratta più di un problema del singolo, ma di una questione che riguarda tutti noi. Un po’ come quando in ufficio si finisce la carta igienica: non è un problema solo di chi la sta cercando disperatamente, ma di tutta la comunità!

Chi può beneficiare di queste tutele?

abbattere barriere architettoniche in condominio

Un aspetto particolarmente rilevante della sentenza è che l’applicabilità delle tutele non è condizionata dalla presenza di persone con disabilità nell’edificio. La Cassazione chiarisce infatti che:

“Le disposizioni della legge di cui si tratta sono volte a consentire ai disabili di accedere senza difficoltà in tutti gli edifici, e non solo presso la propria abitazione.”

Questo principio è rafforzato dal riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale n. 167 del 1999, che aveva già stabilito che la possibilità di accesso agli immobili da parte di persone con mobilità ridotta è “requisito oggettivo quanto essenziale degli edifici privati di nuova costruzione, a prescindere dalla concreta appartenenza degli stessi a soggetti portatori di handicap.”

In pratica, l’accessibilità è un requisito che deve essere garantito a prescindere, anche se attualmente nell’edificio non abitano persone con disabilità. Una visione lungimirante che considera l’accesso non come un privilegio, ma come un diritto fondamentale.

Le maggioranze necessarie per deliberare

Un aspetto pratico di grande rilevanza riguarda le maggioranze necessarie per deliberare l’installazione di dispositivi di accessibilità. La Corte chiarisce che per le opere finalizzate all’abbattimento delle barriere architettoniche è previsto un abbassamento del quorum necessario per la delibera.

Infatti, la sentenza richiama l’articolo 2, comma 1, della legge n. 13 del 1989, che “prevede un abbassamento del quorum richiesto per l’innovazione, indipendentemente dalla presenza di disabili.”

Questo significa che, quando si tratta di installare un ascensore o altre opere per l’abbattimento delle barriere architettoniche, non è necessario ottenere le maggioranze più elevate previste per le altre innovazioni. Una facilitazione importante che semplifica il processo decisionale in ambito condominiale.

E, per una volta, la burocrazia si semplifica invece di complicarsi! Un miracolo paragonabile a trovare parcheggio in centro il sabato sera.

Il principio di solidarietà condominiale

come ottenere un montascale in condominio secondo legge

Un altro aspetto fondamentale della sentenza è il richiamo al “principio di solidarietà condominiale”. La Corte sottolinea che, nei rapporti tra condomini, le norme devono essere interpretate considerando “che la coesistenza di più appartamenti in un unico edificio implica di per sé il contemperamento dei vari interessi al fine dell’ordinato svolgersi di quella convivenza che è propria dei rapporti condominiali.”

Questo significa che l’interesse del singolo deve essere contemperato con quelli degli altri condomini, e che la convivenza condominiale implica necessariamente una certa flessibilità e spirito di adattamento.

Quando un’innovazione può essere vietata?

Secondo l’articolo 1120, secondo comma, del Codice Civile, sono vietate le innovazioni che:

  • Recano pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fabbricato
  • Alterano il decoro architettonico dell’edificio
  • Rendono alcune parti comuni inservibili all’uso o al godimento anche di un solo condomino

Tuttavia, la Cassazione specifica che “il concetto di inservibilità della cosa comune non può consistere nel semplice disagio subito rispetto alla sua normale utilizzazione, ma è costituito dalla concreta inutilizzabilità della res communis secondo la sua naturale fruibilità.”

In altri termini, non basta un piccolo disagio o un leggero restringimento delle scale per bloccare un’opera finalizzata all’abbattimento delle barriere architettoniche. È necessario che l’innovazione renda effettivamente inutilizzabile una parte comune secondo la sua normale destinazione.

La socializzazione come terapia: oltre il semplice spostamento fisico

Un aspetto particolarmente significativo della sentenza è il riferimento al valore sociale dell’accessibilità. La Corte richiama infatti una considerazione fondamentale della Corte Costituzionale, secondo cui “ormai superata la concezione di una radicale irrecuperabilità dei disabili, la socializzazione deve essere considerata un elemento essenziale per la salute dei soggetti in esame, sì da assumere una funzione sostanzialmente terapeutica assimilabile alle stesse pratiche di cura e riabilitazione.”

Questo passaggio sottolinea come l’abbattimento delle barriere architettoniche non sia solo una questione di spostamento fisico, ma abbia implicazioni fondamentali per il benessere psicologico e sociale delle persone con disabilità. Poter uscire di casa, incontrare persone, partecipare alla vita sociale non è un lusso, ma una necessità terapeutica.

È un po’ come il caffè al bar per noi italiani: non è solo una bevanda, è un momento di socialità essenziale per la nostra salute mentale!

Guida pratica: come procedere per installare un ascensore in condominio

Se state considerando l’installazione di un ascensore o un montascale nel vostro condominio, ecco alcuni passaggi pratici da seguire:

Consultare un tecnico specializzato:

per valutare la fattibilità tecnica dell’intervento e preparare un progetto preliminare

Richiedere preventivi:

a diverse aziende specializzate per comparare costi e soluzioni

Presentare la proposta all’assemblea condominiale:

corredata da progetto e preventivi

Richiedere la convocazione dell’assemblea:

per deliberare sull’intervento

Verificare le agevolazioni fiscali:

disponibili per l’abbattimento delle barriere architettoniche

In caso di rifiuto dell’assemblea:

valutare l’installazione a proprie spese (consentita dalla legge 13/1989)

FAQ: domande frequenti sull’abbattimento delle barriere architettoniche in condominio

È necessario che nel condominio viva una persona disabile per installare un ascensore?

No, la Cassazione chiarisce che le disposizioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche sono applicabili indipendentemente dalla presenza di persone con disabilità nell’edificio.

Quale maggioranza è necessaria per deliberare l’installazione di un ascensore?

La legge n. 13/1989 prevede un abbassamento del quorum richiesto per le innovazioni finalizzate all’abbattimento delle barriere architettoniche.

Posso installare un ascensore anche se l’assemblea non approva?

Sì, l’articolo 2, comma 2, della legge n. 13/1989 consente ai disabili, in caso di rifiuto del condominio, di installare a proprie spese servoscala o strutture mobili.

Il decoro architettonico può impedire l’installazione di un ascensore?

Secondo la Cassazione, la solidarietà sociale che impone di rimuovere le barriere architettoniche deve prevalere sull’estetica dell’edificio, purché non si determini un pregiudizio grave alla stabilità o alla sicurezza.

Quali sono i costi di installazione di un ascensore in condominio?

I costi variano considerevolmente in base alle caratteristiche dell’edificio e alla soluzione scelta. È consigliabile richiedere più preventivi e valutare le agevolazioni fiscali disponibili.

Conclusioni: verso una società più inclusiva

La sentenza della Cassazione n. 18334 rappresenta un importante passo avanti verso una società più inclusiva e accessibile. Stabilendo la prevalenza del diritto all’accessibilità su considerazioni estetiche o economiche, la Corte ha rafforzato la tutela dei diritti fondamentali delle persone con disabilità.

Come sottolineato nella sentenza, si è verificato “un radicale mutamento di prospettiva” nel modo di affrontare i problemi delle persone con disabilità, che non sono più considerati problemi individuali, ma questioni che riguardano l’intera collettività.

La strada verso la piena accessibilità è ancora lunga, ma ogni sentenza come questa rappresenta un passo significativo nella giusta direzione. Perché, come ci ricorda la Cassazione, l’accessibilità non è un lusso, ma un diritto fondamentale.

E, se permettete una riflessione personale, è confortante vivere in un Paese dove, almeno in questo ambito, la solidarietà sociale e i diritti umani fondamentali sono considerati più importanti di qualche centimetro di scala o dell’estetica di un villino Liberty. Perché la vera bellezza di un edificio non sta solo nel suo aspetto esteriore, ma nella sua capacità di essere accogliente per tutti.

Sentenza della Corte di Cassazione 18334 del 2012: il testo completo


Per assistenza legale su questioni relative all’abbattimento delle barriere architettoniche in condominio, è consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto condominiale o a un’associazione di tutela dei diritti delle persone con disabilità.