Montascale guasto: viaggio in stiva per un’invalida

Un montascale guasto ha costretto due viaggiatrici del traghetto Medmar diretto a Ischia ad affrontare la traversata “rinchiuse” nella stiva

Il COVID-19 non ha fermato l’estate italiana. Nonostante un anno di movimenti quasi ridotti allo zero il bel tempo ha portato con sé la possibilità di poter viaggiare e di spostarsi dal proprio luogo di residenza. I problemi che però accompagnavano prima i viaggiatori del Belpaese hanno continuato ad attanagliarli ed è così che una passeggera del traghetto Medmar si è trovata a dover fare i conti con una brutta disavventura che ha coinvolto sua madre invalida.

medmar montascale rotto tratta ischia pozzuoli

La donna ha dovuto affrontare la traversata da Pozzuoli a Ischia “rinchiusa” nella stiva della nave col rischio di poter avvertire un malore e di peggiorare così le sue condizioni di salute. Tutto è iniziato alle 16.30 di una calda giornata estiva quando le due donne hanno deciso di imbarcarsi sul traghetto Medmar che da Pozzuoli le avrebbe accompagnate a Ischia.

In nave senza montascale: mamma e figlia costrette nella stiva

La mancanza di un montascale funzionante, criticità questa che le due viaggiatrici hanno dovuto affrontare per ben altre tre volte, non ha permesso loro di accedere al salone passeggeri. Fortunatamente il personale di bordo non ha negato a entrambe la possibilità di poter raggiungere Ischia. Le due donne hanno però dovuto affrontare la traversata “rinchiuse” all’interno della stiva dove la temperatura estiva rischiava di trasformare l’area parcheggio della nave in una vera e propria fornace.

Stanche di dover fare i conti continuamente con l’assenza di un montascale funzionante le due viaggiatrici hanno deciso di denunciare l’accaduto a chi di competenza. Anche perché le norme in vigore non consentono ai passeggeri di permanere nella stiva durante la traversata in mare.

passeggero disabile costretto a viaggiare in stiva

Fortunatamente tutto si è concluso nel migliore dei modi ma la disavventura delle due donne lascia comunque l’amaro in bocca. E’ difficile da accettare infatti che nel 2020 la disabilità sia ancora e non solo un problema di salute. Il diritto a una vita dalla parvenza normale dovrebbe essere un privilegio alla portata di tutti.

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