Disabile di 34 anni bloccata a casa da Ferragosto per un montascale rotto

Il montascale di una palazzina dell’Ater è tornato a rompersi e Moira, una ragazza disabile, non esce da casa dal 15 agosto

La disabilità è un boccone amaro da buttare giù. Figurarsi poi dover fare i conti con la burocrazia e i diritti non rispettati. La vita diventa impossibile, si vorrebbe gettare la spugna ma non si può. Si deve continuare a lottare e non perdere la speranza. Il futuro deve per forza essere illuminato dal barlume di luce che i più fortunati chiamano ancora speranza.

Il più delle volte però accade di scontrarsi con la dura realtà: i soliti corsi e ricorsi storici. Nulla va per il verso giusto. E allora la delusione monta feroce. E’ un po’ quello che è accaduto in una palazzina dell’Ater, a Campo dell’Oro.

Alfonso Murgia e Anna Rita Zaccari però non ci stanno e lanciano per l’ennesima volta il loro personale grido di dolore: “Il montascale si è di nuovo rotto a Ferragosto e non siamo più usciti con Moira che è praticamente intrappolata in casa da allora. Sono di nuovo dovuti intervenire i Vigili del fuoco che hanno apposto dei nastri sul montascale. Non ce la facciamo più, la situazione è esasperante”.

la giovane moira bloccata a casa

Come dar loro torto? In fondo la loro Moira, disabile al 100%, non può allontanarsi dalla propria dimora. Il montascale non dà sicurezze, si rompe di continuo. Così i genitori hanno deciso di rivolgersi all’Ater il cui commissario, Antonio Passarelli, ha così commentato l’accorato appello: “Abbiamo ordinato un nuovo montascale, ci vorranno circa 30 giorni per averlo e poi lo installeremo”.

Murgia e Zaccari però sono preoccupati dalle tempistiche: «Quanto tempo ancora ci vorrà? Moira deve fare terapie e visite, ha persino dovuto festeggiare il suo compleanno in casa senza poter uscire». La vita di un disabile non è semplice ma se a metterci lo zampino è anche la mancanza di sollecitudine di chi avrebbe il potere di agire e invece resta a guardare, allora la vita sì che diventa impossibile. I lockdown forzati di una ragazza che non ha violato alcuna restrizione sono un pugno nello stomaco. La disabilità è già una condanna a vita. Perché infierire?

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